Attirati da promesse di guadagni milionari, molti si sono ritrovati invischiati loro malgrado in un progetto chiamato Bitcoin Code.
Complice il boom criptovalutario, il quale ha interessato per primo Bitcoin, in rete hanno cominciato sin da subito a circolare diverse truffe. Alcune banali e grossolane, altre invece sono ben pensate e strutturate, proprio come in questo caso.
Ma partiamo proprio dall’inizio, analizzando quindi il suo sito ufficiale.
Bitcoin Code: il sito
Il sito di Bitcoin Code originale era it.thebitcoinscode.com, dominio ormai oscurato e che periodicamente ricompare in altre forme, grazie all’organizzazione fraudolenta che ne è alle spalle il quale continua a cambiare indirizzo.
Una volta che il malcapitato utente si trova in un modo o nell’altro sulla pagina principale di Bitcoin Code, questo verrà accolto da un video introduttivo in cui si elencano le testimonianze e i pregi di questo mirabolante servizio, mostrando al contempo da una parte le (presunte, si intende) copie gratuite ancora disponibili del software di trading automatico ivi commercializzato e dall’altra i nomi di tutte quelle persone che stanno guadagnando in tempo reale (ovviamente!) grazie al servizio.
In questo modo si cerca di attivare un senso di urgenza causato dalla “scarsità” di copie del programma ancora disponibili e, soprattutto, fomenta un fenomeno ben consolidato negli appassionati di cripto: la fomo.
Fomo è un acronimo inglese stante per: “Fear of missing out”; termine traducibile letteralmente come: “paura di essere tagliati fuori”. Questo fenomeno indica una forma di ansia sociale di essere esclusi da un dato evento di primaria importanza, magari come già accaduto in passato, in modo da non perdersi “il futuro Bitcoin” o “la nuova Tesla” quando è il momento di mettere mano alla tasca.
Come se ciò non bastasse, a complicare le cose e a confondere ulteriormente l’ingenuo di turno ci sono le presunte testimonianze di tantissime figure dello spettacolo e VIP, tra i quali:
- Alessandro Borghese;
- Antonella Clerici;
- Jovanotti;
- Marco Baldini;
- Diletta Leotta;
- Gianluigi Buffon;
- Antonino Cannavacciuolo;
- Gianluca Vacchi.
Alcuni di queste celebrità sono state poi raggiunte da Striscia la Notizia durante un servizio in cui parlavano di questa truffa, e tutte hanno smentito di aver un qualsiasi tipo di legame con Bitcoin Code. Anzi, al contrario: non ne avevano mai sentito parlare prima di allora.
Bitcoin Code: il servizio
Bitcoin Code millanta la possibilità di investire automaticamente in Bitcoin in modo da generare profitti astronomici anche se si è completamente a digiuno di trading o investimenti online. Il tutto sarebbe reso possibile da un fantomatico bot creato da un altrettanto fantomatico genio chiamato Stefano Savarese (su cui torneremo più tardi).
Accedere al servizio è relativamente facile e non dovrete fare che seguire pochi semplici passi (che non vi consigliamo di seguire), i quali prevedono:
- iscriversi al servizio fornendo dati personali (nome e cognome, email, un numero telefonico e una password);
- accedere col proprio profilo in qualità di “Bitcoin Code Member”;
- effettuare un deposito minimo di ben 250 euro;
- “avviare il programma” che provvederà a investire per te.
Fermiamoci però un secondo sull’ultimo, fondamentale punto: l’avvio del programma.
Di fatto, una volta terminata l’iscrizione e depositato i soldi, non saremo in grado neanche di utilizzare un programma di trading automatico o presunto tale, poiché una volta finita la trafila dell’iscrizione e del deposito monetario comparirà un pulsante che ci rimanderà direttamente alla pagina di un broker online selezionato da Bitcoin Code.
E sarà allora che scopriremo di esserci iscritti semplicemente a una piattaforma di trading online selezionato dal servizio truffaldino, il cui servizio sarà stato implementato da un broker la cui trasparenza e sicurezza non deve essere delle migliori se è in qualche modo legato a Bitcoin Code.
Addio quindi al “guadagnare 13.000 euro al giorno” e a tutto il resto promulgato da questa truffa, anzi: di fatto, non avrete neanche accesso a qualsivoglia forma di trading automatico. Il che è ironico, poiché se ci si fosse iscritti a un broker regolamentato probabilmente si avrebbe avuto accesso a diversi sistemi di auto-trading, compresi vari bot adibiti a questo servizio.
Ma che fine ha fatto quindi il bot inventato da Stefano Savarese? Anzi, che fine ha fatto… Stefano Savarese?
Bitcoin Code: la figura di Stefano Savarese
Il presunto creatore del sistema Bitcoin Code e del suo fantascientifico bot per il trading automatico non esiste.
Se provate a cercare il suo nome in un qualsivoglia motore di ricerca, su wikipedia, sugli archivi di papers accademici, la biografia del nostro giovanissimo e brillante miliardario non risulterà comparire da nessuna parte.
Avete ancora qualche dubbio?
Ebbene, in quel caso sappiate che approfondendo la ricerca scoprirete che Bitcoin Code ha un Stefano Savarese in tutte le salse e in tutte le lingue, a seconda di dove il servizio viene offerto e pubblicizzato.
Troviamo quindi:
- Sergio Marlón in Spagna;
- Steve McKay negli Stati Uniti;
- Sven Hegel in Germania;
- Steffen Madsen in Norvegia;
- Steffen Holmquist in Svezia…
…e così via discorrendo. Da apprezzare però il fatto che ognuno di questi pseudonimi cominci con una S!
Dulcis in fundo: la foto che trovate dei nostri vari “S.” è sempre la stessa ed è presa da uno stock di immagini online.
Bitcoin Code: Opinione finale
Se mai ci fosse ancora bisogno di ribadirlo, possiamo dire in ultima istanza di essere di fronte a quella che è una truffa sotto tutti i punti di vista.
Come se non bastasse quanto detto finora, aggiungiamo inoltre il fatto che Bitcoin Code non dà alcun tipo di informazioni societarie, non ci è dato sapere dove si trovi la sede fisica dell’impresa e non ha alcuna autorizzazione della CONSOB o da qualsivoglia ente regolatore. Inoltre, una volta iscritti non ci sarà modo di annullare la propria iscrizione o di cancellare i dati inseriti. Quest’ultimo elemento è molto importante, soprattutto se si pensa al fatto che i nostri dati sono stati inseriti negli elenchi dei call center sotto la voce: “persone da contattare interessate al trading”.
Se però siete realmente interessati al trading online e a investire i vostri capitali tramite questo tipo di servizi, è possibile farlo in una maniera decisamente più sicura rivolgendosi a un broker online regolamentato.
Fermo restando però che ciò non implica automaticamente guadagni astronomici, anzi: ogni servizio di brokeraggio che si rispetti fornisce avvertenze sui rischi associati ai propri prodotti di investimento.